Stress e problemi finanziari accorciano la vita!

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Uno studio pubblicato su Lancet condotto dai ricercatori di Lifepath, e finanziato dalla Commissione Europea, ha coinvolto quasi due milioni di persone di sette diversi Paesi (Regno Unito, Italia, Portogallo, Stati Uniti, Australia, Svizzera e Francia).

Attraverso una meticolosa ricerca durata 13 anni, è stato possibile stimare il numero di anni mediamente persi per cattive condizioni socioeconomiche. «Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che condizioni socio-economiche svantaggiate possono uccidere la gente alla stessa velocità di fattori di rischio potenti come fumo, obesità e ipertensione», afferma la coordinatrice dello studio Silvia Stringhini del Policlinico Universitario di Losanna. “Il fatto che un basso status socio economico fosse correlato a una maggiore mortalità era noto da tempo alla comunità scientifica.  Il nostro, prosegue la coordinatrice, è stato il primo lavoro a confrontare questo parametro con gli altri grandi fattori di rischio, mostrando quantitativamente che vivere in condizioni sociali ed economiche povere diminuisce di oltre due anni l’aspettativa di vita”.

Risultati non distanti da altri fattori di rischio: fumare porta via 4,8 anni, avere il diabete 3,9 anni e vivere in modo sedentario 2,4 anni, essere poveri accorcia la vita di oltre due anni (precisamente d1,5 per le donne e 2,6 per gli uomini).

Ma nel terzo millennio e all’interno di questa ricerca cosa intendono gli studiosi con il termine povero?

Un basso profilo professionale, un reddito inadeguato e uno scarso livello di istruzione, di fatto ci consegnano tout-court nella tutt’altro invidiabile condizione, di povertà…Insomma piove sul bagnato. L’Imperial College Londra, studiando approfonditamente la questione, ci svelerà quali sono i meccanismi biologici (ad esempio malfunzionamenti del sistema immunitario) derivanti da uno status socioeconomico basso.

I vecchi ed i nuovi poveri possono guardare al futuro prossimo con un pizzico di ottimismo in più: svelati i meccanismi, un farmaco li salverà!

D’incanto curando a monte il malfunzionamento del “sistema immunitario povero”, i problemi derivanti dalla crisi economica. Spariranno.

Il lavoro per i figli che non c’è, i servizi per i cittadini che diminuiscono le imposte che aumentano, aspetti superati. La globalizzazione ed il riscaldamento globale, l’inquinamento delle nostre città o la fuga dei cervelli, neutralizzati da una o più piccole portentose molecole curative, che per ironia della sorte ed alla faccia della “Brexit” potremo, magari come vecchio continente, importare dal Regno Unito…nel frattempo, che i poveri resistano, resistano ed ancora resistano. Li aiuterà forse il canticchiare un motivo un po’ datato ma tremendamente attuale che, speriamo gli studiosi di tutto il mondo non trovino salace o peggio ancora talmente interessante al punto di attivare una ulteriore ricerca:

“…c’e una grossa novità. L’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera compreso quando è festa, e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.

E si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando…”