Oltre il PIL c’è il BES, il benessere equo e sostenibile entra nella programmazione economica

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Con il Documento di economia e finanza (DEF) 2017, l’Italia sarà il primo paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica, oltre al PIL, quattro indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES): il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti.

Si tratta di una prima sperimentazione di una novità prevista dalla nuova legge di bilancio (L. 163/2016). Era evidente da tempo ed ora si è concretizzato: il PIL non spiega il Paese. Quando si decidono le sorti delle politiche economiche di una nazione, occorre necessariamente lavorare per migliorare la qualità della vita delle persone.

Cosa dice la legge? Impegna il governo a monitorare l’evoluzione di diverse dimensioni del benessere equo e sostenibile nell’ultimo triennio e ad avanzare previsioni per i tre anni successivi. Le stime si baseranno su due scenari diversi. Nel primo il contesto rimane invariato; nel secondo si prendono in esame le conseguenze delle scelte programmatiche del governo.

Come funziona il BES?

Il BES è un’iniziativa completamente made in Italy. Elaborato dall’Istat e dal Cnel, viene determinato a partire da 12 dimensioni, a loro volta suddivise in una serie di indicatori:

  • Salute
  • Istruzione e formazione
  • Lavoro e conciliazione tempi di vita
  • Benessere economico
  • Relazioni sociali
  • Politica e istituzioni
  • Sicurezza
  • Benessere soggettivo
  • Paesaggio e patrimonio culturale
  • Ambiente
  • Ricerca e innovazione
  • Qualità dei servizi.

Il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile 2016, pubblicato lo scorso dicembre, dipinge un quadro non certo idilliaco dell’Italia. Un Paese diviso a metà, diseguale, in cui la ripresa economica ancora non coinvolge una vasta fascia della popolazione. Un Paese in cui 4 milioni e mezzo di persone vivono in condizioni di povertà assoluta e una su dieci è in condizioni di grave deprivazione materiale.

D’ora in avanti questi indicatori dovranno essere strategici per valutare la qualità di vita del Paese e dei suoi cittadini, con l’obiettivo di migliorare sensibilmente le condizioni di vita.