Piani Individuali di Risparmio ed Educazione Finanziaria

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E’ la moda del momento, sono i Pir – Piani Individuali di Risparmio, fondi di investimento che stanno riscuotendo grande successo per via di un’importante agevolazione fiscale concessa recentemente dal governo per stimolare la ripresa economica. Alcune banche hanno già fatto raccolte importanti e i risultati sul mercato si vedono.

Come funzionano? Sono fondi che investono prevalentemente in titoli azionari e obbligazionari a piccola e media capitalizzazione. A patto di una giacenza sul fondo di almeno 5 anni si ottiene la totale esenzione della tassazione dei rendimenti (pari al 26% su azioni ed obbligazioni corporate e al 12,5% su titoli di Stato). Oltretutto l’idea di finanziare le piccole e medie imprese che rappresentano il vanto del tessuto imprenditoriale del Paese rappresenta un fattore emotivo importante da evidenziare.

I primi dati di raccolta indicano che i Pir sono subito piaciuti al risparmiatore italiano che orfano di investimenti attraenti ha subito gradito le sollecitazioni del mondo bancario.

Ma è stato anche adeguatamente informato?

La domanda nasce spontanea. I dati sul livello di educazione finanziaria dei risparmiatori italiani sono terrificanti, il grado di consapevolezza è minimo, il timore fondato è che nella proposta gli intermediari sempre così attenti ad evidenziare i vantaggi di un investimento siano stati altrettanto attenti ad evidenziarne i rischi.

Si perché tra le tante voci entusiastiche qualcuno più prudentemente ha evidenziato alcuni punti di attenzione:

In Italia il settore delle piccole e medie imprese è rappresentato in borsa dai titoli presenti negli indici Ftse-MidCap e Ftse-Star, le cui perfomance negli ultimi anni sono state molto positive a dispetto dell’andamento statico dell’economia, l’afflusso di nuovi capitali farà sicuramente salire ulteriormente le quotazioni, ma in questi scenari di mercato non si possono escludere importanti oscillazioni negative dei prezzi.

I risparmiatori ne sono consapevoli? Il fatto di spostare l’orizzonte temporale oltre i 5 anni è sicuramente importante, ma il tema cruciale di sempre rimane sempre lo stesso: qual è la tolleranza dei risparmiatori alle oscillazioni negative dei prezzi dei titoli durante l’investimento?

E’ n film già visto in passato. Si compra sempre sui massimi, ci si spaventa ai primi cali, si rimane scottati per tutto il tempo della discesa dei prezzi, poi appena la risalita porta l’investimento in parità si esce delusi e demoralizzati.

Sarà un deja-vu? Lo scopriremo presto.

Nel mentre Parlamento ed istituzioni si incontrano per lanciare il Piano Strategico Nazionale sull’Educazione Finanziaria, si parlano, riflettono, ci pensano, ci ripensano ancora, perché l’Educazione Finanziaria è importante. Nel frattempo l’industria finanziaria si muove rapidamente e di iniziative di Educazione Finanziaria per rendere i risparmiatori più consapevoli? Non si vede ancora niente.

Avremo presto le risposte ai nostri quesiti. Il tempo è sempre galantuomo.

Autore: Gianni Di Noia