Non ammainiamo la bandiera…sull’etichetta

E’ sempre più veemente la spinta concentrica esercitata dalle lobby dell’alimentazione affinché il “sistema a semaforo” adottato in Gran Bretagna sia adottato in Europa.

Un modello che, ricordiamo, riproducendo nell’etichetta i colori rosso giallo e verde del semaforo identifica i cibi più salutari per la nostra salute.

Una iniziativa sciagurata, a nostro avviso, che, se venisse adottata dagli altri paesi membri della Unione Europea, non sarebbe uno strumento di garanzia della salute del consumatore ma anzi, riportando una informazione parziale, potrebbe indurlo a sbagliare nelle sue scelta alimentari, distorcendone così progressivamente la percezione della qualità dei prodotti alimentari presenti sul mercato.

Una grave distorsione non solo per i consumatori ma anche per l’industria agroalimentare italiana, di un Made in Italy che, offrendo in materia alimentare prodotti di assoluta eccellenza, risulterebbe notevolmente danneggiato da tale iniziativa. Forse non è un caso che, di tutte le multinazionali favorevoli a tale innovazione, nessuna sia italiana.

In una sorta di Dottor Jekyll e Mr. Hyde gli alimenti nostrani, da sempre ritenuti salutari in una logica di alimentazione equilibrata ed esportati in tutto il mondo, cambierebbero improvvisamente d’abito, per assumere le vesti di “ospiti sgraditi sulle nostre tavole”.

Esemplificativo e per noi condivisibile il contenuto dell’articolo pubblicato dal “Il Fatto Quotidiano” il 10 marzo.

Il sistema di comunicazione da dover adottare in campo alimentare non deve essere interpretabile ma deve essere chiaramente recepibile e comprensibile, perché è in quella etichetta che si stringe e si consuma il patto di fiducia tra produttore e consumatore, del prodotto alimentare.

Rispondente a tale logica è il “sistema a bandiera.” Una etichettatura attraverso la quale il consumatore potrebbe individuare la bandiera nazionale dello Stato di origine del prodotto e/o dei suoi composti principali.

Come ADOC, abbiamo interessato della nostra iniziativa le Commissioni Parlamentari competenti, i Ministeri interessati ed i vari organismi. Sempre con l’intento di catturare l’attenzione del consumatore su quanto riportato in etichetta e nell’intento di sensibilizzarlo ad un consumo alimentare consapevole, riteniamo come Associazione che dovrebbe essere riportato sulla confezione anche il “comportamento motorio” necessario per smaltire il quantitativo dell’alimento, facilmente misurabile nella sua unità di misura, e nel tempo di smaltimento. Ad esempio: un quadrato di cioccolata è pari ad un valore nutritivo X ed a una camminata veloce di N minuti per il suo smaltimento.

Tale semplice iniziativa, soprattutto tra i più giovani, aiuterebbe e di molto ad allontanare il problema dell’obesità e comunque da regimi alimentari sbagliati.

Siamo consci che la strada sarà lunga e che di battaglie come associazione dovremo sostenerne molte.

Del resto, se il business alimentare mondiale si aggira sulla ragguardevole cifra di 570 miliardi di dollari e su di un mercato quello europeo del valore di 700 milioni di consumatori, non sarà facile per l’ignaro consumatore diventare un “Consumer Sapiens” e rivendicare il suo diritto di scelta.