Leggere la bolletta della luce: ecco come fare

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Riesci a leggere e a comprendere la bolletta della luce? Sicuramente è scritta in maniera complessa ma basta conoscere alcune semplici definizioni per poterla comprendere. Lo schema della bolletta è sempre lo stesso a prescindere dal fornitore, perché stabilito dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

PRIMA PAGINA: DATI DEL CLIENTE E DELLA FORNITURA

La prima pagina della bolletta 2.0 è dedicata ad un quadro sintetico delle informazioni identificative relative ai dati della tua fornitura di energia elettrica e del contratto stipulato. L’intestazione, di solito in alto a destra fornisce oltre al nome del fornitore ed ai contatti dello stesso un dato importante relativo alla tipologia di mercato con cui hai sottoscritto il contratto, ovvero mercato libero oppure mercato tutelato. Ricordiamo che dal 1° luglio 2020 dovremmo salutare il mercato tutelato, con tutti i problemi ad esso connessi che come Adoc abbiamo denunciato più volte.

Nel box che solitamente trovi sulla sinistra, vengono indicate le caratteristiche tecniche della fornitura d’energia elettrica:

  1. Numero di utenza o numero cliente: è il numero che compare premendo il pulsante sul contatore elettronico della luce. Alcuni fornitori lo definiscono numero utenza, altri numero cliente, altri ancora codice cliente, ma in tutti i casi è un numero di riferimento dell’utenza specifico del fornitore stesso;
  2. Codice POD: è il punto di prelievo dell’elettricità ed individua con precisione il punto geografico sul territorio in cui l’energia elettrica viene prelevata dall’utente;
  3. Tipologia di pagamento: tramite bollettino postale, domiciliazione bancaria o conto corrente;
  4. Tipologia di cliente: può essere «Domestico residente» oppure «Domestico non residente»;
  5. Potenza impegnata e potenza disponibile;
  6. Tensione di fornitura monofase;
  7. Totale da pagare con gli estremi della bolletta.

DA COSA È DATO IL COSTO DELL’ENERGIA ELETTRICA?

Il costo dell’energia elettrica è dato dall’unione di diverse spese: alcune fisse altre invece variabili, ovvero che dipendono dal consumo elettrico dello specifico cliente. Per comprendere quando viene a costarti la corrente elettrica controlla le voci in bolletta che trovi sotto il nome di costo medio unitario della bolletta e costo medio unitario della spesa per la materia energia:

  • Costo medio unitario della bolletta: consente al cliente di comprendere il costo medio della propria utenza elettrica. Non corrisponde al costo kWh effettivo, in quanto include sia le quote fisse che quelle variabili rispetto al consumo, oltre che eventuali ricalcoli (conguagli);
  • Costo medio unitario della spesa per la materia energia: consente al cliente di valutare il costo medio relativo alle attività svolte dal fornitore (Enel, Eni, Acea, ecc.) per fornire energia elettrica. Anche in questo caso il valore non corrisponde al costo kWh effettivo, in quanto risente della presenza degli importi fissi, espressi in euro/cliente/mese (o euro/POD/mese) e di eventuali corrispettivi differenziati per scaglioni di consumo.

Passiamo poi al grafico a torta che troviamo sulla bolletta. In esso sono descritti nello specifico i corrispettivi fatturati suddivisi in quattro voci di spesa principali:

  • Spesa per la materia prima energia: comprendono il prezzo dell’energia, le perdite di rete, la componente di dispacciamento ed altre voci;
  • Spese per il trasporto e la gestione del contatore: costi per il trasporto e la distribuzione dellenergia sulla rete di trasmissione nazionale per la gestione e lettura dei contatori, nonché per la gestione dei dati delle letture;
  • Spese per gli oneri di sistema: costi fatturati per la copertura delle attività di interesse generale per il sistema elettrico e viene pagato da tutti i clienti finali,
  • Totale imposte ed IVA
  • Canone di abbonamento alla televisione per uso privato: questa voce è presente solo nelle bollette in cui viene addebitata una quota del canone di abbonamento alla televisione dovuto per l’anno in corso.

Nota bene che la concorrenza tra le offerte commerciali nel mercato libero è legata solamente alla spesa per la materia energia, ossia la quota energia ed i servizi di commercializzazione. Gli oneri di sistema, i costi di gestione e trasporto contatore nonché le imposte e l’IVA sono uguali per tutti i fornitori di energia elettrica perché sono costi stabiliti dall’ARERA.

SPESA PER MATERIA ENERGIA

I servizi di vendita sono la quota maggiore, pari circa al 50%, della bolletta dell’utente domestico tipo (potenza impegnata pari a 3 kW e consumi annui pari a 2700 kWh). Questi servizi comprendono i costi delle attività sostenuti dal fornitore per acquistare e rivendere l’energia elettrica al cliente finale. Sono a loro volta suddivisi in:

  • Quota fissa: costo di commercializzazione vendita e dispacciamento;
  • Quota energia: proporzionale ai consumi (€/kWh) energia, dispacciamento, sbilanciamento, perequazione energia.

Ecco i dettagli per ogni singola voce

  • Prezzo dell’energia (PE): corrisponde al costo per l’acquisto dell’energia elettrica. Per il mercato tutelato le perdite sono incluse nel prezzo dell’energia, per il mercato libero invece sono indicate in una voce separata. Per i clienti che si trovano nel mercato libero il PE è definito in base alla soluzione commerciale scelta, mentre per coloro nel servizio di maggior tutela è l’Autorità a fissare ed aggiornare il prezzo ogni tre mesi tenendo conto delle spese dell’Acquirente Unico (l’organismo incaricato degli acquisti per i clienti in maggior tutela) per comprare l’energia sul mercato.
  • Prezzo commercializzazione e vendita (PCV): per i clienti del mercato tutelato è fissato dall’Autorità sulla base dei costi sostenuti in media da un operatore del mercato libero.
  •  Prezzo del dispacciamento (PD): Relativo alle attività necessarie per mantenere la rete elettrica in costante equilibrio, ossia per far che l’elettricità consumata corrisponda esattamente a quella immessa prodotta dalle centrali. Il PD viene determinato secondo un valore aggiornato ogni tre mesi dall’Autorità; nei contratti di mercato libero può essere previsto in modo diverso.
  • Prezzo di perequazione energia (PPE): questa componente è prevista solo nel servizio di maggior tutela per coprire le spese effettive di acquisto e dispacciamento dell’energia dell’Acquirente Unico e quanto pagato dai clienti.
  • Spesa per la gestione del contatore: Questa quota copre le spese per le attività di trasmissione dell’energia sulle reti nazionali, di distribuzione a livello locale e di misura, ossia la gestione del contatore. Per questi servizi di rete si paga una tariffa uniformemente applicata su tutto il territorio nazionale, tale tariffa è fissata annualmente dall’Autorità tenendo conto dell’inflazione, degli investimenti realizzati per migliorare la continuità del servizio e degli obiettivi di recupero di efficienza. I servizi di rete sono divisi in:
  • Quota fissa: indipendente dai consumi, si misura generalmente in €/cliente/mese;
  • Quota potenza: in proporzione alla potenza impegnata, misurata in €/kW/mese;
  • Quota variabile: espressa in €/kWh in relazione alla quantità di energia trasportata per soddisfare la richiesta del cliente.
  • Oneri di sistema: Gli oneri generali di sistema sono pagati da tutti i clienti finali con l’eccezione di alcune voci per i destinatari del bonus elettrico. Gli oneri generali di sistema vanno a coprire:
  • ASOS: relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione
  • ARIM: i rimanenti oneri generali

Fino a gennaio del 2018, gli oneri generali di sistema per l’energia elettrica erano suddivisi in queste categorie:

A2 lo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse
A3 gli incentivi alla produzione da fonti rinnovabili e assimilate
A4 le tariffe speciali per le Ferrovie dello Stato
A5 il finanziamento per ricerca e sviluppo
As il finanziamento dei regimi tariffari speciali e degli oneri per il bonus elettrico
Ae il finanziamento delle agevolazioni per le industrie manifatturiere ad alto consumo di energia
UC4 le compensazioni per le imprese elettriche minori
UC7 la promozione dell’efficienza energetica
MCT le compensazioni territoriali agli enti locali con impianti nucleari

IMPOSTE E IVA:

Le imposte pagate in bolletta sono costituite dall’imposta erariale di consumo (accisa) applicata alla quantità di energia consumata indipendentemente dal contratto o dal venditore scelto e dall’imposta sul valore aggiunto (IVA).

Per le forniture ad uso domestico attualmente l’IVA è applicata al 10% sul costo totale della bolletta; per i clienti con «usi diversi» l’IVA è pari al 22%. I clienti domestici fino a 3 kW di potenza e con consumi inferiori a 1.800 kWh annui godono di un’agevolazione sull’accisa se l’abitazione è di residenza anagrafica.

DIFFERENZA TRA CONSUMI FATTURATI E STIMATI

Se in casa è installato un contatore elettronico della luce, la lettura dei consumi viene trasmessa in automatico al distributore (proprietario del contatore), il quale a sua volta la trasmette al fornitore. Se il tuo contatore luce non è elettronico ma meccanico, ti consigliamo di inviare periodicamente l’autolettura al tuo fornitore: quest’ultimo sarà così in grado di fatturare in bolletta luce i consumi effettivi e non quelli stimati.

Il contatore elettronico, ormai diffuso in ogni casa, è programmato per rilevare i vostri consumi distinguendo la fascia oraria F1, F2 o F3 in cui avvengono.

In bolletta 2.0 vengono indicate tre tipologie di consumo:

  • Consumo annuo: equivale alla somma dei consumi fatturati negli ultimi 12 mesi;
  • Consumo rilevato: sono attribuiti sulla base delle letture rilevate dal distributore o da autoletture,
  • Consumo fatturato il consumo fatturato in base alla tariffa applicata

Spesso nel prospetto trovate la dicitura: consumo stimato o lettura stimata: cosa significa? I consumi stimati derivano appunto da stime presunte sulla base dei consumi storici del cliente. Possono quindi risultare sottostimati o sovrastimati, e solo successivamente il fornitore provvede ad inviare un conguaglio (o ricalcolo) appena acquisiti i dati dei consumi reali. In questo caso, se prevista, è possibile fare l’autolettura, ossia puoi tu stesso comunicare al fornitore il consumo che compare sul display del contatore.

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