[vc_row type=»in_container» full_screen_row_position=»middle» scene_position=»center» text_color=»dark» text_align=»left» overlay_strength=»0.3″ shape_divider_position=»bottom»][vc_column column_padding=»no-extra-padding» column_padding_position=»all» background_color_opacity=»1″ background_hover_color_opacity=»1″ column_shadow=»none» column_border_radius=»none» width=»1/1″ tablet_text_alignment=»default» phone_text_alignment=»default» column_border_width=»none» column_border_style=»solid»][vc_column_text]Una nuova “truffa” legata ai contatori della luce è stata denunciata dall’Adoc La Spezia. In cosa consiste? Gli utenti sottoscrivono contratti su utenze che appartengono ad altri o che sono state disattivate. A guadagnarci sarebbero le persone che hanno necessità di dimostrare l’esistenza di una qualunque attività tramite l’attivazione di un contratto di energia o chi guadagna sull’attivazione di nuovi contratti, come agenti commerciali pagati per ogni nuovo contratto sottoscritto. Una truffa che potrebbe interessare molte più persone di quante si pensi, secondo Elisabetta Sommovigo, presidente dell’Adoc spezzina, che avrà ricadute su tutti i cittadini e che vede come parte lesa gli stessi gestori di servizi di energia elettrica. Inoltre questa nuova truffa potrebbe estendersi anche ai contatori del gas.
Il caso più rappresentativo riguarda le proprietarie di un appartamento sfitto e non abitato a Sarzana. Un giorno hanno notato la presenza della luce accesa nonostante le utenze fossero state chiuse. Dopo avere presentato reclamo è emerso che l’utenza era stata riattivata già da più di un anno, a carico però di un utente fittizio. Il servizio era passato poi da un gestore all’altro, fino a che l’utenza non è stata nuovamente chiusa per morosità, dunque ora il Pod (Point of delivery) risulta nuovamente libero.
«Il problema ora sarà farlo rimanere libero. Su questo caso è stato aperto un fascicolo contro ignoti in procura – spiega Sommovigo – ma abbiamo anche presentato all’Autorità Arera una proposta di delibera per fare in modo che non si possa più attivare un contratto senza prima aver presentato i dati catastali e aver spiegato a che titolo chi fa richiesta occupa l’immobile. Questi dati ad oggi vengono forniti solo in un secondo tempo ed è per questo che, come avvenuto nel caso di Sarzana, abbiamo ricostruito numerosi cambi di fornitori. Nel momento in cui un fornitore faceva richiesta di questi dati, visto che il truffatore non poteva fornirli, semplicemente cambiava gestore».
Secondo Emanuele Guastavino, presidente di Adoc Liguria, a farne le spese è l’intera collettività. “Le aziende affrontano, ad ogni attivazione di contratto, dei costi fissi, che in tutti questi casi non vengono pagati da nessuno. Solo questo rappresenta un danno che poi verrà pagato da tutta la comunità, come del resto i costi delle morosità».[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]