La Commissione europea ha approvato una serie di misure sui rifiuti che puntano a una migliore gestione dei rifiuti e al riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi, alla riduzione dei rifiuti portati in discarica e all’ampliamento della raccolta differenziata, che dovrà comprendere rifiuti domestici pericolosi e rifiuti tessili.
Le norme prevedono obiettivi di riciclaggio dei rifiuti domestici al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035.
Per i rifiuti da imballaggio, si prevede un riciclo del 65% entro il 2025 e del 70% entro il 2030 per tutti i tipi di imballaggio, con obiettivi differenziati per materiale.
Per i rifiuti da imballaggio in plastica, l’obiettivo è il riciclo del 50% entro il 2025 e del 55% entro il 2030;
- per quelli in legno, del 25% entro il 2025 e del 30% entro il 2030;
- per i metalli ferrosi del 70% al 2025 e dell’80% al 2030;
- per quelli in alluminio, l’obiettivo è del 50% entro il 2025 e del 60% entro il 2030;
- per il vetro, 70% entro il 2025 e 75% entro il 2030;
- per carta e cartone, riciclaggio del 75% entro il 2025 e dell’85% entro il 2030.
Le nuove norme sulla raccolta differenziata, ampliando l’obbligo esistente di differenziare carta e cartone, vetro, metalli e plastica, miglioreranno la qualità delle materie prime secondarie e ne diffonderanno ulteriormente l’uso: entro il 2022 si dovranno raccogliere separatamente i rifiuti domestici pericolosi, entro il 2023 i rifiuti organici ed entro il 2025 i tessili.
Si prevede inoltre la riduzione graduale dei rifiuti messi in discarica. Entro il 2035 i rifiuti urbani smaltiti in discarica dovranno essere ridotti, per costituire al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani prodotti.
Le nuove norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.
Economia circolare, la sostenibilità come modello di sviluppo
Il sistema economico attuale, ovvero produrre senza alcun riguardo per le materie prime, per il loro utilizzo non condiviso e per lo smaltimento selvaggio degli scarti (c.d. sistema lineare), figlio della rivoluzione industriale, è giocoforza sempre più inefficiente e costoso, sia per l’ambiente, che per i cittadini-consumatori e per le imprese.
Le parole chiave del modello lineare sono “prendi, produci, getta” (Take, Make, Dispose).
Ma è possibile sostituirlo? Sì, attraverso l’applicazione del modello dell’economia circolare basato sulle famose tre “R”: ridurre (gli imballi dei prodotti, gli sprechi di materie prime, eccetera), riusare (allungando il ciclo di vita dei beni) e riciclare (gli scarti non riutilizzabili) (Reuse, Reduce, Recycle).
Nell’economia circolare i prodotti sono pensati per avere una nuova vita grazie alla riparazione, alla ricostruzione, alla trasformazione o al riutilizzo come nuove risorse per altri prodotti.
L’economia circolare può creare un modello di sviluppo completamente nuovo. Proficuo, in quanto riduce gli sprechi. Riuso, riciclo e recupero sono le parole chiave intorno alle quali costruire un nuovo paradigma di sostenibilità, innovazione e competitività, in uno scenario in cui anche i rifiuti si trasformano da problema in risorsa. Uno studio della Ellen McArthur Foundation (il centro di ricerca sull’economia circolare, a cui alleghiamo il video a fine articolo) evidenzia come, solo in Europa, l’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030, può dare una spinta al Pil (il prodotto interno lordo, vale a dire la ricchezza) di circa 7 punti percentuali addizionali, può creare nuovi posti di lavoro e incrementare del 3% la produttività annua delle risorse.
Principi fondamentali dell’economia circolare
I rifiuti non esistono
I componenti biologici e tecnici di un prodotto sono progettati col presupposto di adattarsi all’interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e riproposizione. I nutrienti biologici sono atossici e possono essere semplicemente compostati. I nutrienti tecnici – polimeri, leghe e altri materiali artificiali – sono progettati per essere utilizzati di nuovo con un dispendio di energia minimo.
La diversità è forza
Modularità, versatilità e adattabilità sono da privilegiare in un mondo in incerta e veloce evoluzione. Lavorando verso l’economia circolare, dovremmo concentrarci su prodotti di più lunga durata, sviluppati per l’aggiornamento, l’invecchiamento e riparazione, considerando strategie come il design sostenibile. Diversi prodotti, materiali e sistemi, con molti collegamenti e misure sono più resistenti di fronte a shock esterni, rispetto ai sistemi costruiti solo per l’efficienza.
Energia da fonti rinnovabili
Come per tutti gli esseri viventi, l’energia dovrebbe provenire dal flusso generato dalle forze naturali, prima tra tutte l’energia solare.
Pensiero sistemico
La capacità di capire come le cose si influenzano reciprocamente, entro un intero. Gli elementi sono considerati come “adatti a” infrastrutture, ambiente e contesto sociale. Il pensiero a sistemi di solito si riferisce a sistemi non lineari: sistemi in cui attraverso condizioni di retroazione e partenza imprecisa il risultato non è necessariamente proporzionale all’ingresso e dove l’evoluzione del sistema è possibile: il sistema può evidenziare proprietà emergenti. Esempi di questi sistemi sono tutti i sistemi viventi e qualsiasi sistema aperto come i sistemi meteorologici o le correnti oceaniche; anche le orbite dei pianeti hanno caratteristiche non lineari.