I bassi redditi, la scarsa educazione finanziaria e situazioni impreviste costringono le famiglie italiane a ricorrere al credito
Secondo una ricerca del Crif il 36,4% degli italiani, nel 2016, aveva un finanziamento attivo con rimborso rateale medio di 360 euro al mese. Considerando uno stipendio medio di 1.400 euro, per Adoc l’impatto delle rate di rimborso sul reddito si attesta al 25%, pericolosamente vicino al limite del 33% per cui scatta il sovraindebitamento.
“Il maggiore ricorso al credito, in particolare per prestiti finalizzati, è dovuto in primis ad un basso livello iniziale di reddito disponibile per il singolo consumatore e per le famiglie – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – la ricerca del Crif evidenzia come un italiano su tre stia pagando un finanziamento per una media di 360 euro al mese. Sul reddito del singolo consumatore l’impatto è pari al 25%, mentre spalmato su una famiglia con due entrate di pari livello l’impatto scende al 12,5%. Una cifra ancora considerevole, dato che corrisponde a circa tre singole mensilità, su base annua. Anche la scarsa o assente educazione finanziaria e alla gestione del budget familiare concorre all’ingrossamento del debito, oltre all’incapacità per molte famiglie e consumatori di far fronte a situazioni impreviste come la perdita del lavoro, malattie o crisi famigliari. Siamo preoccupati dal fatto che un terzo della popolazione rischia seriamente di trovarsi a fronteggiare drammatiche situazioni di sovraindebitamento, che scatta superato il limite del 33% del reddito disponibile. E siamo pericolosamente vicini a questa cifra. Crediamo pertanto che sia necessario intervenire sulla base reddituale, aumentando le entrate disponibili per le famiglie. Oggi le famiglie italiane possono contare su entrate inferiori in media del 20% a quelle di un’analoga famiglia europea. Con redditi così limitati è inevitabile dover ricorrere ai finanziamenti, con tutti i rischi connessi.”