Dalla fine della scuola all’inizio delle ferie passano circa due mesi. In tutto questo tempo come si organizzano i genitori con i propri figli? Secondo l’Adoc le famiglie propendono per i centri estivi, ma gli alti costi da sostenere rendono la scelta inaccessibile per la maggioranza dei genitori.
“Con la chiusura estiva delle scuole i genitori devono affrontare un altro problema, dove lasciare i figli e quanto spendere – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – secondo una nostra stima il 60% circa delle famiglie vorrebbe mandare i propri figli in un centro estivo, ma solo il 25%, una su quattro, riesce a mandarli, almeno per una settimana. E la soluzione è quasi sempre il centro privato, in quanto quelli comunali continuano a scarseggiare, i posti sono limitati e l’offerta non pareggia la domanda. Va detto che non è una scelta a buon mercato, in quanto il costo medio di un campus estivo privato si attesta sui 165 euro a settimana, con punte di poco inferiori ai 300 euro. Se questa soluzione venisse adottata per tutte e otto le settimane che separano la chiusura delle scuole dalle vacanze la spesa media sarebbe di 1.320 euro, pari ad un intero stipendio. Nonostante l’offerta sia cresciuta, sia in termini quantitativi che qualitativi, i centri estivi sono ancora oggi una soluzione a portata di ben poche famiglie.”
Adoc chiede che le spese per i campus estivi siano detraibili alla pari delle spese per l’istruzione
“Crediamo che sia il caso di valutare la possibilità di rendere detraibili, alla pari delle spese per l’istruzione scolastica, i costi sostenuti per i centri estivi – continua Tascini – Un valido sostegno sia alle famiglie sia alle strutture, che potrebbero incrementare gli investimenti, aumentando necessariamente gli standard di qualità e di sicurezza, a vantaggio di tutta la collettività. Invece oggi, giocoforza, i propri figli sono lasciati dai genitori ai nonni o ai parenti, o in misura minore alle babysitter, che ad ogni modo hanno un costo comunque sostenuto.”
Ad ogni modo l’Adoc ha stilato un vademecum con alcuni consigli sul come scegliere un centro estivo, in modo da assicurare al bambino divertimento e sicurezza.
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AMBIENTE
E’ opportuno scegliere, in primo luogo, il contesto ambientale più gradito e più adatto al bambino, che sia mare, campagna, montagna oppure si vuole rimanere in città.
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ATTIVITÀ E DIVERTIMENTO
In secondo luogo va scelto, insieme al bambino, il centro che mette a disposizione tutte quelle attività che sono di reale gradimento del minore. Dallo sport all’insegnamento delle lingue, dall’informatica ai percorsi naturali, sono numerosi i centri “specializzati” in determinate attività. Inoltre assicuratevi che, per età diverse, siano previste attività diverse.
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VERIFICA L’OFFERTA DI PERSONA
Non bisogna limitarsi a valutare le offerte leggendo solo i volantini o consultando i siti web, ma è opportuno andare a parlare di persona con i responsabili e gli educatori presso la struttura a cui si è interessati. Vedete il campo con i vostri occhi, assicurandovi che le attività offerte possano effettivamente realizzarsi o meno. Controllate i dormitori e lo stato della struttura. E’ inoltre fondamentale assicurarsi che il centro estivo abbia un buon “curriculum” di anni di attività alle spalle e non sia stato aperto “per l’occasione”.
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EXTRA O COMPRESO NEL PREZZO?
E’ meglio chiedere in anticipo se è previsto e come funziona il servizio mensa, soprattutto in merito alle caratteristiche e agli ingredienti del menu (in particolare in presenza di bambini allergici), se ci sono eventuali extra da pagare, ad esempio merenda, bibite e lavaggio biancheria, e se nel prezzo sono comprese tutte le attività offerte o se per alcune è previsto un sovrapprezzo.
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SPAZI GIUSTI
Gli spazi devono essere adeguati ai servizi offerti dal centro estivo, per questo è meglio chiedere del rapporto numerico educatori/bambini. Dev’essere previsto al massimo un educatore ogni dieci ragazzi, l’ideale sarebbe uno ogni cinque o sei.
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PERSONALE E SICUREZZA
Chiedete e verificate le qualifiche degli educatori: ad esempio se è prevista la piscina o attività al mare gli operatori devono avere il diploma di bagnino/assistente bagnante. Inoltre, se ci sono piscine gonfiabili, occorre accertarsi della qualità e del ricambio dell’acqua utilizzata. Chiedete inoltre se hanno fatto almeno una volta il corso di primo soccorso (che come Adoc chiediamo diventi obbligatorio) e di disostruzione e lasciate uno o più numeri per le emergenze.
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FLESSIBILITÀ
E fondamentale soprattutto per i genitori. Chiedete e verificate se il servizio offre più orari per l’entrata e l’uscita dei bambini, se c’è la possibilità di fare solo mezza giornata con o senza pranzo, se è possibile fare anche solo un’iscrizione giornaliera o bisettimanale. Ovviamente, dal punto di vista economico, le tariffe sono più convenienti se si prenotano più settimane e se sono presenti fratelli o sorelle (di solito sono previsti sconti intorno al 10-20% in questo caso).
SOLUZIONI ESTIVE
Centri/campi estivi privati: Offrono servizi che partono da quelli base (assistenza, giochi e pasti) a completi (attività specifiche artistiche e fisiche. La spesa oscilla dai 60 euro a settimana fino ai 270 euro a settimana a bambino (dai 3-4 anni fino ai 12-14 anni). In media si spendono 165 euro a settimana (giornate da mattina a pomeriggio). Possibili sconti per i fratelli, dal 10 al 20%.
Baby-Sitter: 50 euro a settimana a bambino in media
Centri estivi comunali: Si spende in media tra i 35 e i 45 euro, con riduzioni dal 2°figlio in poi – gratuito per genitori con redditi ISEE molto bassi (variabili da comune a comune).